Mimmo Paladino
Il Testimone, 1993
Breve descrizione
*Il Testimone* di Paladino è una scultura enigmatica raffigurante un uomo avvolto da due serpenti. La sua espressione ambigua lascia incerta la natura dell’incontro: è un abbraccio o una minaccia? Ispirata alla mitologia classica, l’opera rivisita il mito di Ercole con un’estetica moderna.




Domenico Paladino, in arte Mimmo (Paduli, 18 dicembre 1948), è un artista, pittore, scultore e incisore italiano.
È uno dei principali esponenti della transavanguardia italiana, movimento artistico teorizzato e promosso da Achille Bonito Oliva nel 1980 che individua un ritorno alla pittura dopo le varie correnti concettuali sviluppatesi negli anni Settanta. Le sue opere sono esposte in modo permanente in alcuni dei maggiori musei internazionali, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York.
Mimmo Paladino (Italiano, nato nel 1948) – Il Testimone / The Witness, 1993
“Il Testimone” di Mimmo Paladino è una scultura coinvolgente e alquanto intrigante, che invita lo spettatore a mettere in discussione la scena che si svolge davanti ai suoi occhi. Due forme serpentine si intrecciano attorno alla figura centrale, e il suo sopracciglio sollevato insieme alla bocca socchiusa suggeriscono uno stato di preoccupazione o disagio. Non è chiaro se il personaggio centrale venga abbracciato o, forse, inglobato dalle creature estatiche. Paladino ha rappresentato un “testimone”, ma il significato esatto rimane un mistero.
Paladino è noto per esplorare i racconti classici attraverso una lente contemporanea, e questa scultura richiama la storia di un giovane Ercole, narrata sia nella mitologia greca che in quella romana. Secondo il mito, dei serpenti furono inviati dalla moglie di Zeus, Era, a causa della gelosia per il fatto che Zeus avesse concepito Ercole con la mortale Alcmena. Questo atto invidioso fu ostacolato dal giovane Ercole, il quale dimostrò la sua forza straordinaria sopraffacendo e uccidendo i serpenti. Nonostante questa allegoria feroce, la scultura di Paladino è priva di rabbia e aggressività; al contrario, i personaggi trasmettono armonia e serenità. L'uso di un calcare bianco levigato crea una sensazione di bidimensionalità e appiattimento, fondendo visivamente le tre figure e creando una composizione più unificata.
Al tempo della realizzazione dell’opera, Paladino era ben consapevole delle sculture raffiguranti Ercole e serpenti, molte delle quali sono conservate in importanti collezioni italiane risalenti al II secolo d.C. In “Il Testimone”, le figure serpentine di Paladino risultano notevolmente più robuste rispetto ai tipici serpenti, con arti più lunghi che richiamano piccoli alligatori. Inoltre, il personaggio centrale non appare propriamente come un neonato, ma piuttosto come un giovane. Attraverso sottili modifiche, Paladino gioca con questa celebre allegoria per creare una scultura che è allo stesso tempo classica e moderna.