Manolo Valdés (Spagnolo, nato nel 1942) – Mariposas (Butterflies), 2022
La coinvolgente scultura “Mariposas” di Manolo Valdés è una delle opere che accoglie immediatamente i visitatori all’ingresso del giardino. La sua forma scintillante cattura l’attenzione, e lo sguardo viene immediatamente attratto dalla cascata di farfalle che elegantemente scendono attorno alla testa della figura.
L’interazione della luce con la superficie in acciaio lucido crea una sensazione di dinamismo e movimento, come se la solida forma della scultura prendesse vita.
Non è chiaro se le farfalle rappresentino una sorta di copricapo seducente oppure se siano intese come farfalle reali che circolano attorno alla testa della figura. In ogni caso, la loro presenza conferisce alla scultura un senso sia di leggerezza che di imponenza, bilanciando il quotidiano con un’aura di mistero.
L’ispirazione per questa forma colpì Valdés mentre passeggiava per Central Park qualche anno fa. Vide una donna che prendeva il sole e notò numerose farfalle monarca che ruotavano attorno alla sua testa. Fu quell’immagine a innescare in lui un’idea, come racconta lui stesso in un’intervista al New York Times:
“All’improvviso, erano ovunque. È così che nascono le idee. Non si sa mai quando una spunterà.”
Le farfalle sono un motivo centrale nell’opera di Valdés. Nel contesto del giardino Heller, circondate dalla rigogliosa vegetazione, le ali delle farfalle potrebbero facilmente essere scambiate per foglie; mentre camminando attorno alla scultura, le riflessioni cambiano, e così anche il colore che essa assume. Questa giustapposizione tra il tacito e lo statico è da sempre fonte di interesse per Valdés.
È evidente che l’artista non si limita alla scultura e al suo contesto, ma si interroga anche sulla differenza tra le facce statiche delle sue opere e i loro copricapi dinamici, affermando:
“Devo ammettere che adoro la marcata tensione che si instaura tra le due parti; è come se fossero due sculture del tutto differenti. La sfida è farle funzionare in armonia, facendo sì che la loro iniziale differenza non appaia come qualcosa di separato, ma come un elemento arricchente.”