Atelier Van Lieshout
Predatory, Wise and Persistent, 2021
Breve descrizione
Questa trilogia di uccelli rapaci—un avvoltoio, un gufo e un’aquila—rappresenta temi politici e filosofici. Le tre figure simboleggiano opportunismo, saggezza e potere, creando una moderna allegoria simile ai tre “non vedo, non sento, non parlo” giapponesi. L’opera critica le strutture politiche e la natura umana, fondendosi perfettamente con la vegetazione rigogliosa del giardino.


Atelier Van Lieshout è un collettivo artistico fondato nel 1995 dall'artista olandese Joep Van Lieshout, noto per il suo approccio multidisciplinare e provocatorio. Il lavoro del collettivo spazia tra scultura, design e architettura, esplorando temi di autosufficienza, utopia, società e sostenibilità, spesso con un linguaggio visivo ironico e audace.
Nel 2000, l'Atelier Van Lieshout ha partecipato alla quarta edizione di Arte all'Arte con il progetto Atelier des Armes et des Bombes, presentato a Montalcino. L'opera, fedele alla poetica del collettivo, ha indagato il rapporto tra arte, società e strumenti di conflitto, trasformando il contesto storico e culturale del luogo in un terreno di riflessione critica.
L'Atelier Van Lieshout è oggi riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità di coniugare arte e funzionalità, sfidando le convenzioni e proponendo visioni alternative dell'abitare contemporaneo.
Atelier Van Lieshout – Predatory, Wise and Persistent, 2021
Predatory, Wise and Persistent sono rappresentati sotto forma di un’aquila, di un gufo e di un avvoltoio, dispersi tra la rigogliosa vegetazione del Giardino Heller, guardiani del loro ambiente. Questi tre uccelli araldici sono stati creati dall’Atelier Van Lieshout, fondato da Joep van Lieshout. Nella sua pratica, Van Lieshout cerca di delineare i confini tra fantasia e funzione, tra fertilità e distruzione.
Visti insieme, appaiono come il trio dei “monkey’s” giapponesi – “see no evil, hear no evil, speak no evil”. Secondo Van Lieshout, “non rappresentano la moralità di uno Stato ideale, ma riflettono la realtà della politica, dove le tre forze interagiscono.”
Il primo uccello che incontriamo nel giardino è il gufo, un rapace ricco di significati allegorici. Adagiato sul bordo di un piccolo stagno, il gufo è sinonimo in Occidente di saggezza, potere, giustizia e divinità. Nella mitologia greca, il gufo era il simbolo principale di Atene, e il simbolo del piccolo gufo veniva usato per rappresentare Atena, la dea vergine della saggezza. Immagini di gufi sono state riprodotte su numerosi vasi, amphora premiate e persino sulla moneta, la dracma. Il gufo di Van Lieshout ha un aspetto molto severo, con le sue zampe che si aggrappano saldamente al terreno, scoraggiando chiunque osi attraversare l’acqua invano.
L’aquila è forse l’uccello araldico più frequentemente impiegato, simbolo di forza, libertà e coraggio. L’aquila del Giardino Heller si erge fiera e appare molto regale. Come simbolo, l’aquila compare in numerosi stemmi e bandiere nazionali, dalla Namibia a Panama. In tempi antichi, fu usata nel Sacro Romano Impero, conosciuta come “Aquila”, e impiegata come simbolo del potere imperiale. Vi è una grazia ed eleganza nell’aquila, che, fusa in bronzo, si erge forte per essere ammirata da tutti.
La più piccola delle sculture è l’avvoltoio. Il suo aspetto corcurvo suggerisce che si stia preparando per un momento di debolezza della preda prima di attaccare. Secondo Van Lieshout, sebbene “l’opportunismo dell’avvoltoio sia una caratteristica decisamente meno attraente... essa è complementare alle altre due”. La scelta di rappresentare una creatura tanto brutale e controversa è provocatoria e giocosa, ed è fondamentale nella pratica di Van Lieshout. Il suo intento è quello di disfare i sistemi, che si tratti della società nel suo complesso o del corpo umano; sperimenta, cerca alternative e trasforma le esposizioni in veri e propri esperimenti di riciclo.