
Fam: Fagaceae
Spe.: Quercus ilex L.
Nome volgare: Leccio
English: Evergreen oak, holly oak, holm oak
Deutsch: Stein-Eiche
Etimologia: Il nome del genere secondo alcuni è formato da due parole celtiche," Kaer" "quer" che significano bell'albero, l'albero per eccellenza; il nome specifico deriva comunque dalla lingua celtica e significa “punta”.
Descrizione: Si tratta di una pianta della famiglia delle querce, ma, al contrario delle altre, è un sempreverde. Ha un portamento arboreo, è molto longeva raggiungendo spesso i 1000 anni di età. Possiede una chioma globosa e molto densa di colore nell'insieme verde cupo, formata da grosse branche che si dipartono presto dal tronco.
La corteccia dapprima liscia e grigia, con l’età si fessura in piccole placche quadrangolari, scure quasi nerastre. I rametti dell'anno sono grigi perché ricchi di peluria diffusa, in seguito perdono la pubescenza, diventano lucidi e di colore verdastro.
Le foglie sono persistenti e durano mediamente 2-3 anni, sono coriacee con un breve picciolo tomentoso; sono verde scuro e lucide nella pagina superiore ma grigio argenteo per una forte pubescenza nella pagina inferiore. Avvicinandosi a questo albero e guardando accuratamente le singole foglie, si scopre una grande varietà di forme e gradazioni di verde. La pianta è infatti dotata di una spiccata eterofillia e di conseguenza la lamina fogliare può avere sulla stessa pianta, diverse dimensioni e forme (da ellittica a lanceolata), di lunghezza e larghezza variabile e con il margine che può essere intero, o grossolanamente dentato o anche con dentatura profonda e mucronata.
I fiori maschili sono riuniti in lunghi filamenti penduli e portati alla base del ramo dell'anno. Il singolo fiore maschile, privo di corolla e calice, ha poche antere portate da brevi filamenti. Lo protegge una brattea pelosa.
I fiori femminili sono riuniti in 6-7 fiori e portati da sottili strutture, alle ascelle fogliari, che in seguito diventeranno rametti. Il fiore è privo di corolla e le numerose squame che ricoprono l’ovario e lo proteggono, in seguito diventeranno la ben nota cupola della ghianda.
L'antesi si ha in aprile fino a giugno, ma a volte si può avere una rifioritura in autunno. Ci se ne accorge perché gli amenti maschili crescono numerosi e la pianta si tinge di giallo.
Le ghiande maturano nell'anno in autunno inoltrato, sono portate in gruppi di 2-5 su brevissimi peduncoli. Hanno dimensioni molto variabili di colore, a maturazione, marrone scuro con striature evidenti più scure, la parte apicale ha una piccola spina (mucrone) ben evidente, mentre la cupola ha squame ben distinte che copre la metà della ghianda o, a volte, di più fino quasi a coprire l’intero frutto.
Habitat: Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Proprietà ed utilizzi: la ghianda rappresenta un’importante fonte alimentare per tutta la fauna selvatica (es. cinghiali) ma anche domestica (es. maiali) e in passato è stata tra le principali fonti alimentari anche degli abitanti delle nostre campagne.
Il suo legno, resistente e duro, viene tuttora utilizzato per manufatti, ma anche come preziosa fonte energetica nei mesi freddi, da chi ancora possiede un camino.
Note e Curiosità: Diffuso soprattutto lungo le coste e nelle zone a clima mite il leccio è un tipico costituente della macchia mediterranea. Dà il meglio di sé su terreni calcarei e ben esposti al sole, di cui non teme i raggi, vista la sua resistenza all’aridità. In generale per la buona crescita di un leccio sono necessarie almeno due ore al giorno di pieno sole, una condizione indispensabile per il corretto sviluppo della pianta. Nelle piante giovani, i margini delle foglie sono dentati per difendersi dal morso del bestiame.
La presenza del tannino rendeva il leccio una pianta adatta per il trattamento del cuoio e delle pelli già in epoca greca e romana.
Il leccio insieme a tasso e cipresso era ritenuto una pianta funebre, e, nello stesso tempo, pianta simbolica dell’immortalità come il cedro e il cipresso.
Nel giardino diversi esemplari di lecci secolari rubano la scena a tutti gli altri alberi nella zona del chioschetto. I visitatori immersi nella penombra delle loro fitte chiome arrotondate possono così rimirare dall’alto il fascino che la natura del parco botanico Haller infonde, sorseggiando ai tavolini una bevanda con gli amici.