Felci - Osmunda Regalis
Osmundaceae
Piante che si riproducono mediante spore portate sulla pagina inferiore delle foglie. Il sottobosco è ricco di specie diverse di felci, ognuna con caratteristiche particolari. Quella più grande e significativa che si può trovare nelle nostre regioni è Osmunda regalis.

Fam: Osmundaceae
Spe.: Osmunda regalis
Nome volgare: Osmunda regale, Felce florida
Deutsch: Königsfarn
English: Royal fern
Etimologia: L'etimologia del nome generico non è chiara: potrebbe derivare dall'islandese 'ass' o 'oss' (dio), e da 'munder' (regalo); il nome specifico allude alle imponenti dimensioni della pianta.
Descrizione: è una stupenda pteridofita, la più grande che si possa trovare nelle nostre regioni. È provvista di un grosso rizoma nerastro, molto ramificato e spugnoso, ricoperto dai residui delle fronde precedenti. In primavera, si dispiegano dapprima degli steli lanosi e fragili, rivelando le fronde sterili, maestose, larghe ed erette, bipennate e che a loro volta portano 7-9 paia di pinnule ovato-lanceolate, lunghe fino a 9 cm di colore verde. Poi, in estate, disposti alla sommità della fronda, si sviluppano le fronde fertili, più lunghe ma più esili, erette, rigide e di colore bruno dorato che simulano un'infiorescenza e che contengono le spore.
Habitat: Diffusa in Europa, Africa, Asia, e America del Nord è l'unica specie europea del genere Osmunda
Proprietà ed utilizzi: I giovani germogli vengono utilizzati in alcuni paesi per la preparazione di piatti tipici.
Note e Curiosità: O. regalis appartiene a un genere molto antico, considerato un relitto dell'Era Terziaria, già ritrovato allo stato fossile e sopravvissuto fino a noi dopo le ultime glaciazioni grazie al clima mite delle aree umide costiere. In gran parte d'Europa è in regresso a causa della riduzione delle aree umide, mentre in alcune zone di grande diffusione in Italia ha addirittura rischiato l'estinzione a causa del prelievo indiscriminato di pani di terreno contenenti l'apparato radicale della pianta per ricavarne un particolare tipo di terreno per la coltivazione delle orchidee, ad opera dei floricoltori. Allo stato naturale è considerata una specie protetta e si trova in areali aperti ricchi di torba o in zone acquitrinose, accanto a salici o ontani.
Si racconta che se nella notte di San Giovanni il “seme” della felce risplende come oro, farebbe scoprire i tesori nascosti nella terra in virtù del fatto che esisterebbe un’affinità tra questa speciale spora e l’oro. Talvolta si credeva che “il fiore” della felce si schiudesse nella notte di Natale e che chi lo avesse trovato e colto sarebbe diventato ricco (molto improbabile visto che le felci non producono fiori). Dato che i due momenti per raccogliere il seme o il fiore fossero le notti collegate ai solstizi, si suppone che essi fossero considerati emanazioni vegetali generate dal sole in occasione delle due grandi svolte del suo corso.
(3) O. regalis rappresenta una delle specie più significative del giardino botanico Andre Heller. Essa regala al giardino una macchia di colore verde tenero dallo sviluppo leggero e disordinato. In inverno la vegetazione scompare e il momento più sorprendente per rimirarla è in primavera, quando le giovani foglie ancora arrotolate su sé stesse (pastorali) spuntano in mezzo alle aiuole o nei pressi dei laghetti, creando un interessante elemento decorativo.
(2) Il sottobosco del parco botanico di Gardone Riviera è ricco di specie diverse di felci, ognuna con caratteristiche e sviluppo particolari. Tra le tante specie citiamo:
Dicksonia antarctica Felce arborea tipica della Tasmania e della nuova Zelanda. Si tratta di una felce arborea che cresce raramente nei nostri climi ma che qui nel parco riesce a sopravvivere. È considerata un fossile vivente, risalente all'epoca giurassica. Caratteristico il ciuffo di foglie molto espanse e leggerissime in cui si sovrappongono fronde fertili e fronde sterili e portato all’apice del rizoma che si erge a mo’ di fusto.
Dryopteris filix-mas felce-maschio, perché in passato è stata erroneamente considerata come la forma maschile di Athyrium filix-femina. Viene chiamata anche felce delle querce (o degli alberi), riferito ai boschi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.
Phillitis scolopendrum, chiamata lingua di cervo per la forma delle sue fronde che non sono suddivise in pinne ma sono nastriformi. Sono lucide e coriacee e portano nella pagina inferiori dei sori allungati tra loro paralleli, leggermente obliqui rispetto alla nervatura centrale della lamina.
Polystichum ssp., una felce sempreverde, con fogliame verde lucido, così chiamata per i sori disposti in più file.
Thelypteris palustris è una felce palustre originaria dell'Eurasia e del Nord America. Ha un fusto strisciante di 2,5 mm di diametro da cui partono foglie erette alte fino a 50 cm di colore verde brillante. Nel giardino Heller si può intravedere nella zona bassa immersa dei laghetti o sulle porzioni di terreno sempre umide.
Cyrtonium falcatum, felce agrifoglio così chiamata per il disegno delle vene fogliari che si ricongiungono, formando un arco. L’epiteto specifico evidenzia la forma a falce delle pinne (le 'foglie' delle felci). Sulla pagina inferiore i piccoli sori sono sparsi irregolarmente. Spontaneizzata nelle nostre aree, abbellisce le zone rupestri del giardino.
Platycerium alcicorne è una felce sempreverde, con fronde lobate, erette e arcuate, di colore grigio-verde e ricoperte da una fitta peluria, che ricordano le corna di un alce. Si tratta di una pianta subtropicale e tropicale epifita che cresce negli incavi delle piante. Nel giardino Heller la si può ammirare sopra il colossale glicine.
Le felci appartengono al gruppo delle Pteridofite in quanto non portano mai fiori e non possono riprodursi per mezzo di semi. In estate, sulla pagina inferiore delle foglie, si notano un gran numero di escrescenze allungate o tondeggianti di colore bruno rossiccio. Tali protuberanze, chiamate sori, in un primo momento sono protette da una sottile membrana detta indusio, e sono formate da mucchietti di granellini, detti sporangi. Ogni sporangio è una microscopica capsula contenente una polvere scura costituita da cellule riproduttive chiamate spore. Quando sono mature lo sporangio si apre e diffonde al vento il suo contenuto. Se una spora cade in un luogo favorevole origina una piccolissima fogliolina chiamata “protallo” dalla quale si svilupperà la felce.