
Fam: Myrtaceae
Spe.: Myrtus communis L.
Nome volgare: mortella
Etimologia: dal latino myrtus, greco myrtos, di origine semitica, derivante dalla stessa radice di myron, che significa “essenza profumata”.
Descrizione: Arbusto sempreverde dalle dimensioni contenute e dalla chioma aperta, ha un accrescimento molto lento e longevo e può diventare plurisecolare. La corteccia grigio rossastra, si sfalda a placche allungate sin da giovane. Ha foglioline lucide e coriacee, che si distribuiscono formando una bella chioma compatta, di colore verde brillante. La loro forma è allungata con vertice acutissimo e margine intero; una sola venatura evidente. La pagina inferiore è più chiara. Studiando la disposizione spaziale delle foglie (fillotassi) si scopre che l’inserzione delle foglie sui ramoscelli è opposta e le coppie di foglioline si dispongono sfalsate di novanta gradi per meglio sfruttare la luce del sole.
I fiori sono solitari e ascellari, profumati, lungamente peduncolati, di colore bianco o roseo. Hanno simmetria raggiata e vario il numero dei petali. Gli stami lunghi e abbondanti danno al fiore un aspetto vaporoso. La fioritura avviene in maggio e giugno. I suoi frutti sono bacche di colore nero-blu o rosso violaceo dalla forma ellissoidale, che se non raccolti persistono a lungo sulla pianta e sono molto decorativi.
Habitat: regione mediterranea
Proprietà ed utilizzi: La pianta di mirto è utile all’uomo in ogni sua parte e viene utilizzata da millenni. Oltre al famosissimo liquore ricavato dalle bacche o dalle foglie, molto importante è anche l’olio essenziale, estratto dai rami, foglie, fiori e frutti ed è utilizzato in profumeria per saponi, deodoranti, e cosmetici. Tra i principi attivi in esso contenuti c’è il mirtolo che ha potere balsamico e antisettico.
In cucina si utilizza per aromatizzare carne, pesce, selvaggina, salumi, formaggi e olive.
Con il suo legno duro, aromatico e facilmente levigabile, si fabbricano piccoli oggetti (manici, giavellotti, ecc). Di particolare pregio la radica, usata per piccoli mobili ed oggetti da arredamento.
Note e Curiosità: Il candore dei suoi fiori ha fatto considerare il mirto, fin dall’antichità, un simbolo di grazia verginale. Le antiche egiziane ne preparavano corone da indossare insieme ai fiori del melograno. I persiani mettevano sul capo corone di mirto per invocare gli dèi e chiedere la loro vittoria. Nei banchetti ad Atene e Roma i rametti erano passati di mano in mano in segno di allegria. La pianta di mirto era spesso presente nei giardini romani per essere trasformata in opere d’arte topiaria. Questa pianta era simbolo di augurio e fortuna, fra Greci e Romani, per questo veniva donata a chi si incamminava per un lungo viaggio, oppure a comandanti o atleti vittoriosi. Era anche simbolo di fertilità e fecondità, e infatti si usava nei banchetti nuziali, per adornare le spose, per scambiarsi un dono fra amanti nel giorno del solstizio d’estate, o come ornamento per partecipare alle feste di Venere Mirtea.
Questo alberello è diffuso nella macchia mediterranea, anche se soffre, come tante altre piante, della riduzione e distruzione degli ecosistemi naturali. In Sardegna è una pianta simbolo per via del famoso liquore omonimo che vi si produce. Esistono molte varietà di mirto, e naturalmente molte cultivar ad esse più o meno associate. In questo giardino, i vari cultivar, messi uno accanto all’altro creano una suggestiva macchia sempreverde dai colori mimetici che ricordano una divisa militare.