Musa acuminata
Musaceae
Il banano è la più grande pianta erbacea perenne capace di generare un fiore. La pianta sviluppa prima le foglie, lucide, palmate e di grandi dimensioni, poi cresce un lungo picciolo portante grappoli penduli di fiori bianco giallognoli protetti da brattee, che produrranno il casco di frutti.

Fam: Musaceae
Spe.: Musa acuminata Colla
Nome volgare: Platano o banano
Etimologia: Non è ben chiaro da dove derivi il nome “Musa”, ci sono due alternative:
- questo nome fu dato al genere in onore di Antonio Musa, medico dell’imperatore Augusto ed anche botanico;
- sia solo l’adattamento della parola “banana” in arabo, cioè “mauz”, dato da Linneo quando istituì il genere nel 1750.
Descrizione:
Il banano, da molti considerato un albero, è in realtà la più grande pianta erbacea perenne capace di generare un fiore. Il suo fusto, detto cormo, è sotterraneo e ciò che si vede sopra il suolo sono una somma dei piccioli fogliari che si sono sviluppati nel tempo e che ancora produce. All’inizio del proprio ciclo la pianta sviluppa da 20-30 foglie, tutte originatesi dalla base del tronco sotterraneo. Poi le foglie arrestano la crescita e vi è, fuori terra, l’allungamento verso l’alto dello pseudo fusto al cui interno cresce un lungo picciolo che porta in alto l’infiorescenza. Questo falso tronco può arrivare ai 6-8 metri di altezza, basando la propria stabilità sulla sola fibrosità delle foglie. Finalmente appare alla sommità il fiore che produrrà un casco di frutti. La raccolta del casco mette fine alla vita di questa pianta, la quale viene tagliata alla base. La produzione continuerà grazie ai ricacci che si sono formati partendo dalla medesima porzione sotterranea.
Il rizoma di Musa Acuminata deve essere messo a dimora in un terreno ben drenante e alla pianta deve essere garantita tanta luminosità.
Foglie molto lucide, palmate e di grandi dimensioni, verdi talvolta con macchie brune.
A primavera produce grappoli penduli di fiori bianco giallognoli protetti da brattee spesse e spesso dai colori sgargianti, seguiti da frutti, privi di semi, lunghi fino a 20 cm, con polpa bianca e sapore dolce.
Teme il freddo, dovrebbe essere tenuta ad una temperatura di almeno 5°C.
Habitat: originaria dell’Asia e dell’Australia. La forma selvatica vegeta fino a 1400 m, in foreste umide sempreverdi
la diffusione di questa pianta ebbe inizio nell’Asia sud-orientale dove alcune prove archeologiche ipotizzano che la sua coltivazione risalga almeno al 5000 a. C. e forse anche all’8000 a.C. Nel 650, i conquistatori islamici portarono la banana fino alla Palestina, da lì in poi i mercanti arabi la fecero diffondere in quasi tutta l’Africa.
Verso il 1516, il banano, grazie ai portoghesi, venne portato fino in America.
Proprietà ed utilizzi: Noi conosciamo quasi esclusivamente la banana da dessert cioè un frutto che consumiamo crudo e maturo. La banana da dessert è raccolta immatura, quando tutto lo zucchero è sotto la forma complessa di amido. Man mano che il frutto matura l’amido si trasforma in zuccheri. Il frutto apporta anche proteine, sali minerali, (potassio in particolare) e vitamine (A, B e C). La maturazione avviene in circa undici giorni.
Nei luoghi dove tradizionalmente vegeta, si usa invece il frutto della banana in modo diverso. Innanzitutto, è la fonte di amido a interessare, quindi le banane sono la base nutritiva dei popoli delle zone tropicali umide come per noi lo è il frumento. Queste banane si consumano sia cotte immature sia crude, in tal caso mature. La banana immatura prima la si sbollenta per essere spellata e poi la si può cuocere per aggiungerla agli intingoli della carne o del pesce. Può essere inoltre mangiata anche fritta. La banana matura è spesso cotta parzialmente e fa da contorno alla carne di maiale o di pollo. Può, allo stato fresco, servire per contorni o guarniture. Sempre la banana matura può essere seccata al sole per poi farne farina per preparare prodotti da forno, oppure cotta per aggiungerla al pane. Infine, gli scarti di banana e le banane stesse costituiscono un alimento per gli animali di bassa corte.
La fibra di banana è conosciuta come Manila o Canapa di Manila o Abaca. È una fibra lunga, biodegradabile, ricavata sezionando longitudinalmente pseudo fusto. Può anche essere tessuta assieme al cotone e questi tessuti si asciugano molto più velocemente. Il tessuto ricavato dalla banana ha un potere di assorbimento molto alto e quindi può essere usata per filtrare.
Note e Curiosità: Sono tantissime le varietà (cultivar) di questa pianta, nate da specifici incroci effettuati per aumentarne e facilitare la fruttificazione.
C’è una cosa molto bella dei banani: nei mesi di crescita hanno un ricambio veloce delle foglie; riescono cioè a fare una foglia nuova alla settimana e così se una foglia di spezza o si sfrangia non è mai un problema. Il fatto che si sfrangino così facilmente è una strategia adattativa, perché in questo modo, pur non rinunciando a fare fotosintesi, la pianta offre una minore resistenza al vento: meglio le frange che rischiare una pianta spezzata.
Lo scapo fiorale di questa pianta è qualcosa di unico e misterioso. È formato da un asse centrale, detto rachide, sul quale si sviluppano dei fiori dapprima nella parte bassa del rachide e poi progrediscono verso la parte terminale. Questi fiori sono ermafroditi e disposti in fila protetti da una brattea piuttosto spessa e appariscente. I primi fiori, alla base del rachide sviluppano solo gli organi femminili (pistilli e ovari), mentre quelli maschili vengono abortiti. A metà del rachide i fiori sono invece totalmente sterili; gli ultimi fiori, invece, hanno i ginecei abortiti e le parti maschili funzionanti (stami e antere) per produrre il polline. In questo modo viene impedita la fecondazione tra i fiori di una stessa pianta favorendo il rimescolamento del DNA. L’impollinazione avviene in principal modo effettuata da pipistrelli e uccelli; in pochi casi anche attraverso insetti pronubi.
In Italia la maggior parte dei Banani non riesce a fiorire o a fruttificare all’aperto. Qui, sul lago di Garda, dove il clima è mite, riesce a fiorire ma non riesce a portare a termine la fruttificazione. Insieme a Ensete ventricosum (Banano rosso), le loro foglie formano suggestivi raggruppamenti che movimentano su differenti livelli il panorama del giardino.
Le banane che vengono commercializzate non presentano i semi nel frutto, perché esso si sviluppa senza che avvenga l’impollinazione. Questo fatto le rende perciò edibili; in natura invece, i semi sono grossi e occupano molto spazio riducendo così la quantità della polpa nel frutto.
Il banano si può riprodurre anche per via vegetativa, attraverso la divisione dei polloni. Tale moltiplicazione può avvenire in qualsiasi periodo dell’anno, prelevando delicatamente i polloni che crescono alla base della pianta. Ogni pollone sarà messo a dimora in un vaso di piccole dimensioni e ben riempito con fertile terriccio. Il vaso dovrà essere lasciato in un ambiente molto caldo e abbastanza umido (24° C). Quando la pianta comincerà a crescere potranno essere utilizzate le normali accortezze specifiche per le piante più grandi.
Questa specie è soggetta alla malattia di Panama a causa di colture spesso monovarietali, dotate cioè di una quasi nulla variabilità genetica. Il patogeno è un fungo oggi noto come Fusarium odoratissimum, che attacca le banane ed è in grado di arrecare danni talvolta totalizzanti.