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Magnolia grandiflora

Magnoliaceae

Pianta sempreverde e latifoglia molto longeva. I fiori sono grandi, solitari e spiccano fra il fogliame lucente; molto profumati, di colore bianco-crema e di consistenza cerosa fioriscono in estate.

Magnolia grandiflora
Botanics in the Heller Garden - 50 Drawings by Carlson Skoluda

Fam: Magnoliaceae

Specie: Magnolia grandiflora L.

Nome volgare: Magnolia

Deutsch: Immergrüne Magnolie

English: Southern magnolia

Etimologia: Il nome del genere fu dato da Linneo in onore del grande botanico francese, direttore dell'orto botanico di Montpellier, Pierre Magnol. L'epiteto specifico si riferisce alla straordinaria dimensione dei fiori.


Distribuzione: La specie è nativa degli Stati Uniti d'America sud-orientali.

Descrizione: Magnolia grandiflora è un albero dal portamento piramidale e chioma densa, con fogliame fitto dalla base all'apice. Ha crescita lenta ma costante e può raggiungere l’altezza di 25-30 metri. Si tratta perciò di una specie molto longeva, potendo diventare plurisecolare. È una pianta sempreverde e latifoglia. Le foglie sono alterne, di forma ellittica, rigide e coriacee, con la parte superiore lucida e di colore verde scuro, la parte inferiore color bruno ruggine e leggermente pelosa. Le foglie hanno una durata di circa due anni, dopodiché cadono e si rinnovano.

I fiori sono grandi, solitari che spiccano fra il fogliame lucente; molto profumati, di colore bianco-crema e di consistenza cerosa, fioriscono preferibilmente in estate. L'impollinazione è entomogama.

Il frutto è a forma di pigna, contenente semi rossastri che si liberano a maturazione.

Il tronco, semplice e diritto dalla corteccia grigio nerastra, ruvida e spessa, può raggiungere 1,5 m di circonferenza.


Usi: La Magnolia oltre ad essere esteticamente bella, possiede proprietà curative; infatti, l’olio estratto dalla sua corteccia è in grado di abbassare la pressione, regolare il battito cardiaco donando un senso di benessere e relax, ma sono usati anche come antinfiammatori e per contrastare i problemi reumatici; non solo, viene impiegato nella fabbricazione di profumi, oli, incensi e nelle maschere di bellezza per idratare la pelle secca e disidratata.

Il legno, compatto e duro, è talvolta usato in falegnameria per la sua facilità di lavorazione e per la durata nel tempo.

I grandi fiori bianchi hanno i petali commestibili, possono essere fritti o impanati.


Note e Curiosità: Le Magnolie sono piante di cui si conserva traccia dai tempi più remoti della preistoria. Le indagini degli archeologi hanno rilevato l'esistenza di oltre 80 specie di Magnolie fossili che risalgono fino a 95 milioni di anni fa. Considerate dai botanici un fiore 'primitivo' in quanto le Magnoliaceae sono una famiglia molto antica e probabilmente appartengono alle prime Angiosperme apparse sulla terra.

Hanno subito un notevole ridimensionamento a seguito dei cambiamenti climatici del Quaternario ed oggi presentano una distribuzione relitta che va dalle regioni calde a quelle temperate dell’emisfero settentrionale (boreale).

Fu intorno al 1740 che il primo esemplare di Magnolia giunse a Nantes, in Francia, portato da un mercante che faceva la spola fra Europa e America.

Comunemente coltivata in parchi e giardini per la sua bellezza e per la resistenza all'inquinamento atmosferico, richiede un ambiente soleggiato e clima mite. Teme le gelate, ma può benissimo vivere in un ambiente caldo e afoso.

Nel passato gli indiani d’America consideravano folle poter dormire sotto una pianta di magnolia perché l’intenso profumo che emanano i suoi fiori avrebbe potuto essere mortale.

All’ingresso del giardino botanico Heller si può osservare un esemplare di questa specie anche se nei pressi della villa di pertinenza se ne può scorgere una pianta maestosa. Hanno foglie talmente lucide che diventa difficile fotografarle se sono illuminate dal sole. Ciò che più colpisce sono però le dimensioni considerevoli e il candore immacolato dei suoi fiori. Se si osservano da vicino si rimane stupiti: emanano un intenso profumo e al tatto i petali risultano carnosi. Ma si può apprezzare la primitività della struttura di questo intrigante fiore quando i petali si aprono e mostrano gli organi riproduttori. Essi si trovano su una struttura piramidale conica, i segmenti gialli che si sovrappongono fra loro sono stami, mentre nella parte più alta, assiepati, come squame di una pigna, i pistilli. Gli stami, giunti a maturazione, portano il polline per tutta la loro lunghezza, e una volta fecondato l’ovario, si staccano disperdendosi sul terreno. Sul ricettacolo si vedranno così molto bene le cicatrici lasciate rispettivamente dai sepali, petali e stami che cadono. Rimarrà solo l’infruttescenza, prima verdognola e poi marrone, composta da tanti piccoli scomparti, che si apriranno a maturità e rilasceranno un solo seme che qualche uccello noterà.

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