
Fam : Ginkgoaceae
Spe.: Ginkgo biloba L.
Nome volgare: ginko o ginco
Etimologia: il nome del genere Ginkgo deriva dal cinese Yin-kyo e significa “albicocca d’argento” perché i semi a maturazione hanno un rivestimento carnoso molto simile a questo frutto, con odore sgradevole quando giunge a maturità. Il nome della specie biloba si riferisce invece alla divisione in due lobi delle foglie a forma di ventaglio, dal latino bis e lobus con. Darwin definì questo albero “fossile vivente” e tutt’ora è considerato tale in quanto le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa, nell’era del Paleozoico. È la sola specie vivente della famiglia Ginkgoaceae e senza dubbio la pianta a semi vivente più antica.
Descrizione: È una pianta arborea che raggiunge un'altezza di 30–40 m, chioma larga fino a 9 m, piramidale nelle giovani piante e ovale negli esemplari più vecchi. Il tronco presenta rami sparsi da giovane, più fitti in età adulta, asimmetrici, inclinati di 45°, legno di colore giallo. I rami principali portano numerosi rametti più corti, sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili.
La corteccia è liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi.
Ha foglie decidue, di 5–8cm, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro. In autunno assumono una colorazione giallo vivo molto decorativa, dalla forma tipica a ventaglio leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome. La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell'età.
G. biloba è una gimnosperma e per questo non presenta fiori come abitualmente li intendiamo. Le Gimnosperme non hanno fiori, ma portano strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate. I coni da un punto di vista funzionale possono essere considerati simili a fiori per omologia. È una pianta dioica, cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse. L'impollinazione è possibile grazie all’azione del vento.
I fiori maschili sono riuniti in amenti, quelli femminili hanno forma curiosa, un lungo peduncolo che alla sommità porta una protuberanza gialla, a volte due, che all’interno custodiscono un “uovo nudo”, cioè privo di ovario.
La fioritura è primaverile. Tra impollinazione e fecondazione intercorrono diversi mesi. La fecondazione avviene a terra all'inizio dell'inverno, quando gli ovuli, caduti dalla pianta madre in autunno, hanno già avviato il processo di decomposizione dell'involucro esterno. I gameti sono ciliati e mobili, come avviene in molti altri gruppi (es. muschi, felci ed alghe).
La germinazione del seme avviene fuori terra (epigea)
È una specie che preferisce una posizione soleggiata e un clima fresco. Non è particolarmente esigente quanto a tipo di terreno anche se vegeta meglio in terreni acidi ma non paludosi. Le piante mal sopportano la potatura: i rami accorciati si seccano.
Habitat: originaria di Cina, Corea e Giappone, introdotta in Europa nel XVIII secolo
Proprietà ed utilizzi: il Ginkgo svolge sulla pelle proprietà lenitive e nutrienti, per questo viene utilizzato in preparazioni cosmetiche per pelli secche, disidratate ed arrossate.
Nella cucina asiatica i semi del Gingko, conosciuti come Pa-Kewo, Pakgor o Ginnan, fanno parte della tradizione culinaria. Vengono mangiati cotti, come contorno od aggiunti a molti piatti.
Note e Curiosità: Il carattere che colpisce di questa pianta è la foglia; le nervature si diramano radialmente dal lungo picciolo facendola somigliare ad un ventaglio, mentre una profonda incisione sembra dividerla a metà. Questa forma singolare è esaltata dal colore che la foglia assume in autunno, un giallo intenso che vira all’ambra col passare dei giorni.
Il fascino della pianta non finisce qui. La scoperta del Ginkgo come specie vivente fu talmente sbalorditiva da lasciare a bocca aperta i botanici che per primi si imbatterono in questo “fossile vivente”. Si tratta della pianta a semi vivente più antica, apparsa durante l’Era Mesozoica; duecentocinquanta milioni di anni sono, geologicamente parlando, un tempo enorme. Basti pensare che la quasi totalità del paesaggio vegetale, così come noi oggi lo vediamo e lo conosciamo, non risale più indietro delle ultime glaciazioni del Quaternario, che coprono un periodo misurabile solamente in alcune migliaia di anni.
Nel giardino Heller gli alberi hanno un portamento slanciato e severo che viene ingentilito dalla presenza delle foglie a forma di ventaglio leggere e svolazzanti al minimo spirare di brezza.