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Euphorbia characias

Euphorbiaceae

Pianta succulenta contenente un lattice irritante, ha foglie lanceolate e spiralate intorno al fusto legnoso. L’infiorescenza dai colori vistosi è detta ciazio.

Euphorbia characias
Botanics in the Heller Garden - 50 Drawings by Carlson Skoluda

Fam : Euphorbiaceae

Spe.: Euphorbia characias L.

Nome volgare: Euforbia cespugliosa

English: Mediterranean spurge

Deutsch: Palisaden-Wolfsmilch, Schwarzes Auge


Etimologia: Il nome del genere fa riferimento a quello del medico greco Euphorbos mentre il nome della specie dal greco charakías che significa “palo”, in riferimento alla robustezza del fusto.


Descrizione: pianta succulenta con un grosso rizoma e fusto legnoso, che si espande in numerosi rami di colore verde.

Le foglie lanceolate e fini, prive di picciolo sono disposte a spirale sul fusto. Hanno un colore verde-bluastro sulla pagina superiore e più chiaro sotto, con una evidente nervatura centrale più chiara. Il fiore delle Euphorbia è in realtà un’infiorescenza detta “ciazio”, formata da un involucro a coppa che porta sul bordo quattro o cinque ghiandole di forma ellissoidale di colore rosso più o meno scuro e contenente minuscoli fiori: quelli femminili gialli e quelli maschili ridotti ai soli stami. Spesso sono circondate da brattee, simili a petali, coloratissime e dalle tonalità brillanti. Il frutto è una capsula che contiene tre semi.


Habitat: Pianta della regione mediterranea e della costa portoghese.

Proprietà ed utilizzi: I semi sono tossici e in passato erano utilizzati come purganti. Le piante sono anche coltivate e diffuse per adornare i giardini del Mediterraneo.


Note e Curiosità: le Euphorbia devono essere maneggiate con i guanti perché contengono un lattice spesso irritante e velenoso. Assai interessante è il sistema adottato da questa pianta per la propagazione della specie. Essa infatti oltre a riuscire a lanciare i propri semi a oltre 3 m. di distanza, ha stretto un patto mutualistico con alcune specie di formiche che, dopo aver trasportato i semi nel loro formicaio, ne trasportano un’altra parte lontano dalle loro tane, in luoghi spesso adatti alla germinazione. In tal modo queste piante riescono a svilupparsi lontano dalla pianta madre.

Presente nel giardino roccioso Heller, ricostruito da Ruska a simboleggiare le tre cime di Lavaredo, un tempo ospitava una nutrita selezione di piante tipicamente alpine, come Leontopodium nivale (stella alpina), oggi a causa del cambiamento climatico le specie alpine sono state sostituite da altre tipicamente mediterranee come l’Euforbia cespugliosa. Qui la pianta assume una forma assolutamente perfetta a palla. Il fiore verde acido prodotto sulla parte apicale dei rami la rende protagonista in giardino. Non ha bisogno di potature ma solo di asportare dalla base i rami secchi a fine inverno.

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