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Colocasia esculenta

Araceae

Pianta erbacea palustre dalle foglie cuoriformi grandi e pendenti, con venature marcate. Sono molto decorative. I fiori biancastri sono nascosti dal fogliame quando raramente sbocciano.

Colocasia esculenta
Botanics in the Heller Garden - 50 Drawings by Carlson Skoluda

Fam : Araceae

Spe.: Colocasia esculenta (L.) Schott

Nome volgare: taro, orecchia di elefante

Etimologia: Il nome Colocasia deriva dall’antica parola greca kolokasi, in riferimento alla commestibilità dei rizomi.


Descrizione: Pianta palustre, erbacea perenne con un grande rizoma che si trova sopra o appena sotto la superficie del suolo.

Le foglie di questa pianta sono grandi e rivolte verso il basso. Hanno la forma di un cuore allungato, di colore verde pallido, con venature marcate. Sono particolarmente decorative, quasi sempre presentano un contorno ondulato. Le sue foglie ricordano molto quelle di un’altra specie sempre appartenente alla famiglia delle Araceae, Philodendron

Ogni pianta può portare più di una infiorescenza. C. esculenta ha un'infiorescenza bianco-giallastra detta spadice, ovvero una spiga di minuscoli fiori avvolta da una grande brattea (foglie trasformate che proteggono il fiore e il frutto dal gelo e dai parassiti). Il tipico fiore viene raramente prodotto ed è solitamente nascosto dal fogliame quando sboccia; è più facile che la pianta si riproduca per mezzo dei rizomi.

Il frutto è una bacca di 3 - 5 mm di diametro contenente numerosi semi.


Habitat: originaria dell’Asia centro-meridionale, probabilmente dell’India o della penisola malese, da cui si è diffuso nel resto del sud-est asiatico e in Cina, Giappone e Pacifico. Dall'Asia, esso si sarebbe poi esteso verso ovest e nella regione del Mediterraneo. Arrivato sulla costa orientale dell'Africa oltre 2000 anni fa, ha attraversato il continente verso l'Africa occidentale ed è quindi arrivato nei Caraibi con la tratta degli schiavi. La più vasta area di coltivazione attuale è nell'Africa occidentale. È naturalizzato anche in alcune zone dell'Italia a clima mite.

Proprietà ed utilizzi: Viene utilizzata, con opportuna preparazione, come pianta medicinale per curare la psoriasi.


Note e Curiosità: Il tubero è commestibile, ed è noto come taro. È simile alla patata, con polpa bianca o rossiccia, ed è utilizzato per produrre farina. I fusti delle foglie sono commestibili dopo una lunga bollitura. Il taro rappresenta una base alimentare di particolare importanza per le popolazioni sudamericane, africane o asiatiche. Le cultivar alimentari che producono rizomi corti ed a forma di uovo sono conosciute con il nome di ‘Eddo’ (Cina e Giappone), mentre quelle che producono lunghi rizomi striscianti e cilindrici (da tagliare a tranci) si chiamano ‘Dasheen’ o ‘Taro’ (Sud Est Asiatico ed India meridionale) e sono di peggiore qualità organolettica. Alle Hawaii, e probabilmente anche in altri luoghi, esistono cultivar che producono rizomi dalla polpa viola, molto apprezzati per la preparazione di ricette locali.

Durante l’estate amano luce, acqua e molto fertilizzante. In autunno iniziano a gradire terreno semplicemente umido e non più sommerso. Durante l’inverno le cultivar che producono rizomi molto tuberosi (tipicamente alimentari) possono stare all’asciutto. Altre, invece, producono rizomi sottili (tipicamente solo ornamentali) che non sopravviverebbero ad uno svernamento all’asciutto per cui vanno tenute vegetanti, in terreno leggermente umido ed a temperature minime di almeno 8-10°C.

Nel giardino Heller questa specie è largamente presente come sottobosco nelle zone in cui l’acqua è la protagonista indiscussa e con il suo ampio fogliame, la pianta crea grandissime scenografie in tutto il parco. Le foglie sono particolarmente sviluppate probabilmente perché gli alberi che le sovrastano le proteggono dal caldo sole pomeridiano.

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